Click. Fatto.
Aggiornamento completato.
Centinaia di notifiche, lì da giorni. Quel numerino fastidioso accanto all’applicazione, che racconta qualcosa di irrisolto, che prima o dopo dovrai affrontare.. e che rimandare troppo è scelta sciocca, perché riduce a icona – e non chiude – un sacco di questioni sospese che si depositano sul fondo di un multi-task fatto della stessa materia di cui sono composti disordine e confusione e disagio.
Da troppo tempo non aggiornavo, me.
E se non aggiorni poi rimani con la versione vecchia, superata, che non fluisce bene e tutto si inceppa fino allo stallo.. e lo stallo è una domanda a cui segue un’altra domanda e un’altra ancora.
A cui non segue una risposta, né un’altra risposta né un’altra ancora.
Ed è così che sono scivolato, ancora una volta, in quello stato d’animo nebbioso e privo di appigli in cui mi sento inadeguato, in accappatoio alla notte degli Oscar, in campeggio nella Striscia di Gaza, in Canada in un bosco a riva di un fiume ricco di salmoni mentre attingo con le mani da un vasotto di marmellata col corpo cosparso di miele nella stagione del risveglio dal letargo degli orsi.
Sotto tiro. Esposto alle intemperie. Non adeguato.
Con la vista tanto appannata, da non sapere come accedere all’elicottero di soccorso che mi trarrebbe in salvo da quei luoghi inadatti a me, in cerca di quel tasto “Aggiorna Tutto” capace di ridonare freschezza, nitidezza, energia e direzione al viaggio.
E dopo settimane di oscurità coi pensieri non canalizzati nel giusto verso e affollate nozioni confuse e infelici, la svolta è arrivata.
Ora ho aggiornato. Più nessuna notifica in sospeso.
Nulla è cambiato, ma tutto è diverso. Ora.
Il buio è sempre buio. Ma prima mi impediva di vedere; ora mi stimola a immaginare.
La sconfitta è sempre una sconfitta. Ma prima era un limite; ora è un’occasione di crescita.
L’inverno è sempre inverno. Ma prima era freddo e disagio; ora è un the caldo davanti a un camino.
I fatti sono gli stessi, cambia la maniera di interpretarli.
La nuova vita è iniziata da pochi giorni. Per la prima prova ero ottimista e invece è arrivata una secca sconfitta.
E quindi, ricaduta? Niente affatto.
Ho una direzione e una meta.
Lungo il viaggio qualche giorno di pioggia non è certo la fine del mondo. Che la pioggia serve solo a rendere più speciale il prossimo giorno di sole.
Ancora nulla è cambiato. Ma tutto è diverso.