QUASI QUASI RISCRIVO

Non ricordo, forse un distaccamento voluto, sicuramente non sofferto, smettere di scrivere per un po’, per lasciare tempo al pensiero, che scrive a suo modo lui, su fogli di nebbia ove l’inchiostro non s’attacca, eppur non tutto si disperde, qualcosa rimane fluttuante in quelle nubi, che serve un temporale per scaricarsi in parole che restano, sotto forma di flusso, fiume in piena di intenzioni mal spiegate ma ben affilate, agopuntura, qualcosa riattiva, micro circolazione, di nuovo qui a prender parte a qualcosa che non sposta gli equilibri di un cazzo di niente nel mondo, semplici parole, a volte ironiche spesso riflessive di certo sempre scelte con accuratezza per donar senso e direzione a un pensiero che si è gonfiato, uragano Irma, paura per Miami e di Cuba nessun cenno, schifosi informatori, mi occuperò di voi, non adesso che non c’è spazio, non c’è tempo, non c’è intenzione. Che vi importi o no, sono tornato.

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