Un ingombro notato dall’inserviente, colei che in corsia è addetta alle pulizie e alla consegna dei vassoi dei pasti, una bidella delle corsie ospedaliere. Persona di estrazione sociale umile, che non è un male, tocca ricordarlo in questa epoca neo globale in cui bisogna per forza essere qualcuno con una mansione ben posizionata o in assenza di quella che abbia almeno un nome inglese accattivante. E quindi diciamo che era una Costumer Waitress.
Origini del sud Italia, piccola di statura, età in apparenza prossima ai cinquantasei anni, modi di fare un po’ sommari. Con due m. Chiamiamola Itala, per la vaga somiglianza con la compianta attrice della serie Tv “Boris”, aiuto regista del mitologico Renè Ferretti.
Fu lei a segnalare quell’ostacolo sporgente, un ingombrante distributore di carta asciugamani posto proprio sulla parete a fianco del letto, utile finché faceva da supporto a un lavandino di cui ora rimanevano solo tracce mal stuccate sul deprimente muro ospedaliero.
Io stesso ne ravvisai l’inadeguatezza quando lo urtai manovrando la culla del neonato Elia; ma non dissi niente, forse perché non mi va di fare il pignolo o forse perché sono una brutta persona, non saprei.
Lei invece prontamente ne intuì la potenziale pericolosità, e andò a chiamare rinforzi per porre fine alla cosa del pericoloso ostacolo contundente.
Tornata di lì a poco con un cacciavite, ne ha forzato l’apertura e ha iniziato svitare le tre viti che sostenevano l’ingombrante supporto, fischiettando una melodia ignota e forse inventata, vista la metrica traballante.
Dopodiché ha dato inizio ad una critica sociale in crescendo, cominciata con “.. Devo fare tutto io qua, pulizie, mò pure le punture, elettricista, muratore… non ci sono più uomini in giro… e quelli che ci sono, tipo quello che ci porta i vassoi lo prenderei a calci nel culo a quello!”
Una pièce teatrale. Sgrammaticata ma simpatica, non ti aspetteresti tanta grinta da una persona all’apparenza semplice e minuta. I nostri sorrisi assecondanti devono averla messa a proprio agio, perché poi ha preso coraggio e continuato la sua arringa satirico/polemica che a un certo punto però ha preso una strana piega.
“Per poi non parlare di gente che portiamo qua a far certi lavori.. gente da fuori.. non fatemi parlare…” – attimo di pausa – “Che quelli se ne approfittano e piantano le tende qui. L’Italia è diventata una pattumiera”
A questa sentenza mi sono sentito di replicare con un faceto “Ma no dai è ancora bella la nostra terra!” col chiaro intento di assecondarla e stemperare il crescente clima tetro che si stava profilando.
Ma dopo un assordante silenzio durato non più di una frazione di secondo, giusto il tempo di smettere di svitare l’ultima vite e voltarsi schifata come a voler guardare la faccia di chi stesse blaterando certe amenità, è ripartita, stavolta perentoria:
“Ma quale bella, c’è erbacce dappertutto, non chiudono le buche, i tombini sono un disastro, c’è pieno di gente che chiede elemosina. Una volta mica era così..”
E poi non so bene perché – o forse sì – ha concluso in grande stile:
“Di notte farei la giustiziera, li sterminerei tutti. E non è fascismo. La gente parla di fascismo, ma non è fascismo”.
“Anche se ci vorrebbe” – Ha aggiunto in dissolvenza, allontanandosi goffamente con il rotolone di carta (contenuto nell’aggeggio appena smontato) che – ingeneroso – si sfilava lungamente dietro di lei per alcuni metri prima che se ne accorgesse e inveisse anche contro quello.
… Che poi in effetti non sarebbe Fascismo signora Itala.. sarebbe Nazismo.
Arrivederci, stia bene.