PROVACI ANCORA, STATO

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“Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono..” – diceva quello. E quello è il Gaber.

E quel Gaber difficilmente risulta essere banale. Che non solo io non mi sento italiano; a volte sfocio nel “io non mi sento essere umano”.. ma per fortuna o purtroppo lo sono. E non è certo un atteggiamento di presunta superiorità, nossignori. È un sentimento di dissociazione da certe robe. Ma questo è un discorso più ampio, è la penisola a forma di stivaletto che mi interessa.

Siamo una popolazione deludente, con uno scadente orgoglio nazionale. Se possiamo evadiamo le tasse, ci pensiamo furbi, facciamo i furbi, ci piangiamo addosso, siamo lamentosi, vediamo nello stato e nelle autorità un nemico da frodare invece che un alleato con cui collaborare.

Una estesissima partita a ‘Guardie e Ladri’.

In cui però le guardie non è che siano diverse dai ladri, attenzione… Abbiamo una classe dirigente specchio del popolo, corrotta, con privilegi acquisiti degni delle antiche piramidi sociali, assegnate sulla base del niente, con ingiuste sproporzioni tra chi lavora per davvero e chi occupa poltrone da cui non si separa neanche se vien giù il nostro amato Gesù di Nazareth in persona. O Maometto, se preferite, islamici.
È per questo che poi io non mi sento italiano. “Io non sono come quelli” – mi dico.

E lo urlo ancor più quando accadono cose come quella appena accadutami.

Una multa per eccesso di velocità in autostrada.
Rilevati 127 km/h in un tratto dove c’era il limite massimo a 110 km/h.
Circa euro 150 di sanzione, e decurtazione di punti tre dalla patente.

Bene.

Cioè non bene, male. Però va bene fratello Stato, ho sbagliato io. Pago.

Mi chiedi di certificare i dati del conducente per procedere alla suddetta decurtazione, non ti va di farlo automaticamente al proprietario della vettura, non mi è del tutto chiaro il motivo ma posso immaginare che ci siano stati in passato questioni e ricorsi che ti hanno suggerito di cambiare procedura e fare cosi. Vado a costituirmi da solo, non c’è problema.

Mi avvisi che se entro tot giorni non dichiaro il conducente a cui detrarre i punti mi sanzioni con aggiuntivi euro duecentosessanta circa. Mi pare uno sproposito, ma come deterrente funziona eccome. Vado alla polizia stradale, allo sportello, compilo tutto quel che c’è da compilare. Fine. Sono pulito. È metà luglio e sono pulito.

Balle.

Mi mandi ora, a dicembre, una raccomandata – fratello Stato – in cui mi chiedi quegli euro duecentosessanta circa perché non hai ricevuto la dichiarazione dei dati del conducente. Bizzarro.

Non so voi cosa ne pensiate; un banale errore di trasmissione in buona fede? Può capitare? Anche se non è la prima volta che mi accade? Mmm.. vi dirò cosa penso io.

Io sento odore di bruciato. Il tentativo di sfruttare qualsiasi mezzo consentito dalla legge per raccattare soldi per le tue casse vuote, a causa delle tue mani bucate, della tua cattiva gestione, della tua incapacità amministrativa, della tua corruzione, del ‘magna magna’ che da generazioni corrode il nostro meraviglioso territorio.
Che basterebbe che io non trovassi la ricevuta e sarei fottuto. E tu lo sai che gli italiani sono disorganizzati e disordinati, e chissà dove hanno messo i documenti. E li fotteresti volentieri, anche se sai bene che hanno gia pagato per i loro reati, ma magari non hanno conservato il documento e tu per legge puoi rivalerti. C’è la legge. Perché sei un italiano furbetto come la tua popolazione. Sei STATO tu, a dare questo esempio?

Era lì, nel vano portaoggetti della macchina, assieme alla ricevuta del pagamento della multa. La copia compilata con la dichiarazione del conducente relativa a quella sanzione.

Ho esultato come Tardelli al gol alla Germania nell’82.

Ritenta, sei Stato sfortunato.

Quanto a Gaber, la canzone si chiude cosi.

“Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo..
per fortuna o purtroppo..
per fortuna..
per fortuna lo sono”.

E per quanto deluso, a conti fatti.. Si. Per fortuna lo sono.

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