E niente stanotte ero li che viaggiavo nel delirio della mente, fino a quando siamo arrivati in un posto a circa mezza maratona di distanza da casa, che tutti erano arrivati li in bicicletta e motorino, e io invece in scivolata.
Già, non ha alcun senso, ma che vi devo dire? È andata così. Un po come essere in slittino ma senza slitta. E senza neve. Tutta una lunga discesona con tanto di curve, in cui avevo proprio la sensazione di andare a gran velocità e anche un po’ di preoccupazione. Ricordo di essermi fatto delle domande tipo se non mi rovinassi i pantaloni a scivolare in quel modo, ma il regista del sogno deve aver dato al mio inconscio giustificazioni che in ambito di sogni sono risultate essere convincenti.
Giu in scivolata dunque, fino a giungere in questo parco, vagamente riconducibile a quello di Villa Topleitz a Varese, ma totalmente diverso. Cioè io davo per scontato di essere li, ma era tutto diverso.
E poi per entrare abbiamo scavalcato una recinzione passando per la propietà di un tizio che giustamente ci minacciava di azioni violente.
Era un bel pomeriggio, con un bel sole ed ero assieme ad alcune persone, che durante il sogno però cambiavano, da sconosciute, ad amici d’infanzia a colleghi di lavoro. Fino a quando nel tardo pomeriggio era ora di tornare e tutti andavano via coi loro mezzi, e io che ero arrivato li in scivolata in discesa me la dovevo fare a piedi.. Con una tracolla e due sacchetti della spesa, che avevamo fatto anche compere in quel parco coi negozi. Mah.
E tranquillizzavo tutti – “Andate” – dicevo fiero – “Che poi io me la faccio di corsa”. Poi rimasto li da solo con una tizia che non conoscevo affatto, ma con cui nel sogno avevo una certa affinità, mi son convinto che, dannazione, ci saranno stati degli autobus diretti a Varese, che coi sacchetti farmela di corsa in salita era bello scomodo. E infatti c’era li un’autista donna che si è messa a guardare gli orari e mi ha detto che il prossimo era alle ore 18e66. Così tutto contento sono andato in un baretto apparso proprio li all’angolo a bere un caffè nell’attesa che arrivassero le 18e66. Come se fosse una cosa normale che a un certo punto della giornata arrivassero le diciottoesessantasei.
E niente poi mi son svegliato perplesso.
Controllerò per pura curiosità se quei due numeri usciranno in qualche ruota nelle prossime estrazioni. Ma non li giocherò. Giocateli voi se credete a queste cose. Ma tenete presente che mi sono stati dati in un sogno in cui ho fatto oltre venti km in scivolata.
Resto Perplessissimo.