Sono le 3.09 di una fredda notte di gennaio e c’è un uomo che si aggira per i quartieri vicini a casa mia. Un tipo losco, inspiegabilmente senza giacca – con sto freddo – solo una cuffia scura in testa, jeans felpa scarpe sportive e una tracolla converse. All’improvviso eccolo sbucare e scavalcare a fatica un cancello, facendo prima passare un trolley e un sacchettone in plastica. Un ladro? Un amante in fuga? Uno che è uscito a portare a spasso il cane ma ha dimenticato il cane e ha preso su il trolley?
No. Niente di tutto ciò. Trattasi di un semplice imbecille che è riuscito a chiudersi fuori di casa in piena notte: io. Esatto, io.
Arrivato a Vicenza dopo due ore di viaggio notturno – stanco ma sereno perché sento aria di casa mia col mio lettone che mi aspetta – porto la macchina in garage, prendo le chiavi di casa, tiro giù i bagagli chiudo la macchina e abbasso la serranda del garage (che di solito non chiudo) ma sovrappensiero giro la maniglia e.. “Click” chiusura automatica. Il rumore ha l’effetto di uno schiaffo in faccia che mi desta immediatamente facendomi piombare l’ansia di aver lasciato in macchina il mazzo di chiavi.. “Ma per fortuna le ho prese prima..”, riesco appena a pensare mentre estraendole mi rendo conto essere quelle di Varese.
E qui siamo a Vicenza.
E io ho quelle di Varese..
..a Vicenza.
Ho imparato una cosa; che tu puoi avere un attico a New York, essere astrofisico nucleare o l’attore del momento, ma se sei a Vicenza e chiudi le chiavi di Vicenza in macchina, dentro un garage chiuso a Vicenza.. beh, sei un imbecille. In quel momento tutto il resto non conta nulla. Siamo tutti uguali di fronte alla morte.. e di fronte a lasciare le chiavi in un garage chiuso a Vicenza.
Che poi ho anche lasciato in macchina il giaccone, che ero carico di bagagli e me lo potevo permettere dovendo salire in casa dal portone interno.. sfortunato, sbadato, idiota. C’è un po’ di tutto.
Ma io cosa faccio adesso – pensavo. Non ho la macchina, no la giacca, tutto il mondo dorme.. non morirò mica di freddo, in un parco, io, a Vicenza, nel 2015, da idiota?!
Che poi in quelle situazioni li passi qualche ventina di secondi a vagliare ogni soluzione convinto che ce ne sia una buona, che ti stia sfuggendo qualcosa, ma convinto che ci sia. Guardi sette volte nella stessa tasca, apri il sacchettone, frughi dentro alla tracolla sapendo benissimo di non averle messe li.. finchè, come me, ti ritrovi a forzare la maniglia del garage sperando che si sblocchi forzandola un po’.. chiaramente un’idiozia.. ed ecco, quello è il momento in cui il castello di sabbia delle residue speranze crolla di colpo e ti senti un guerriero in mezzo a una battaglia armato di cucchiaio e tovagliolo. Spacciato.
Quindi come un ladro/amante in fuga/porta spasso cane senza cane, salgo dallo scivolo dei garage, scavalco a fatica il cancello, senza giacca, trolley, sacchettone in plastica rumoroso e provo a chiamare qualche amico sperando risponda.
La buona sorte ha poi voluto che la prima chiamata tentata andasse a buon fine e l’amico Piccio rispondesse e avesse il buon cuore di venirmi a prendere, alle 3.20, macchina ghiacciata, freddo polare, e mi concedesse il suo divano, non certo famoso per la sua bellezza ne tantomeno comodità.. che invece si è rivelato brutto si, ma non poi così scomodo.
La mattina seguente ecco la padrona di casa con le chiavi di scorta a sistemare tutto, o quasi.. mancano proprio quelle del garage. Lo accetto, me lo aspettavo, sembrava troppo bello risolvere tutto in poche ore.. ma non c’e problema.
Rientro a casa, accendo la tv: Nessun segnale dalla parabola, chiamare il servizio clienti.
Oh bene, perfetto. Tanto non avevo mica voglia di vedere la tv.