CRONACA DI UN CASOTTO

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Non so bene dire le cose. C’è nebbia. Il mio amico tosco, quello bravo a scrivere e fare foto dice che quando si è ubriachi il pezzo viene – come dire – una merda. Dice lui. Io scrivo lo stesso. Scrivo per due motivi. Il primo è perché non mi sento totalmente bevuto (e probabilmente erro..) e il secondo perché dannazione non scrivo da cose tipo una ventina di giorni. E di scrivere c’ho la voglia.
Siamo quattro, siamo ad Alassio.
Uno dei quattro – il coglione – si sposa. E la foto delle maglie lo testimonia.
E niente, qui ne parlo in breve, perché è inutile dire cose che sono nostre, però sono successe cose che l’alcol ha reso più belle.. Tante cose. Tra cui la scommessa quella già sentita, niente di nuovo lo so, ma la scommessa quella se ti butti nel mare ti do un malloppo di soldi. E gira che ti rigira 900 per buttarsi li ho offerti io al coglione, lo sposo.. Che poi non so bene come – ma ci sono i video – sono stati offerti dallo sposo al ciccione per farlo nudo. Ed è accaduto cacchio. Scommesse già sentite, scommesse già vinte da qualcuno, ma che quando vissute – poche balle – sono concentrati di vita vissuta, pronta ad essere già leggenda. E ora che sono qui, nel letto, non lucido, alle 3.47.. Sono felice.
Perché poi quel ciccione di Alessio, che ha vinto il millino circa, che non per forza parlo di euro, però fatto sta che l’ha vinto perché nel mare nudo ci è andato davvero, e dopo, fingendo pure qualcosa tipo sbadataggine ci ha anche fatto fessi dicendo di aver perso le chiavi dell’hotel… E noi allora li a cercarle nel lembo di spiaggia, attenti, con l’ultimo 6% di batteria rimasta ad alimentare gli ultimi scampoli di torcia possibili. E dopo pochi attimi lui, che è il ciccione.. Sparito. Preoccupazione. Ma dove è finito il pirla cicciotto? Che il coglione che si sposa, io e il cretino siamo a cercare nella sabbia le chiavi della stanza. E poi allora io che sono atletico corro un po’ verso l’hotel, per vedere se quel Ciccio ci ha gabbati, ma non scorgendolo all’orizzonte è più la preoccupazione che il sentore che lo abbia fatto. Urla per i vicoli, impossibile che sia già giunto in hotel, perché non corre da lustri, che c’ha la stazza che lo frena.. Già penso al peggio quando raggiungo la stanza..
Spingo la porta.
Si apre.
Lui ride e ci ride addosso.
Sono felice.
Siamo felici.

Egli ha corso.. di nuovo.

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